Al Policlinico Gemelli avviato il progetto “Trustroke” per prevenire le forme di ictus con l’AI
IL POLICLINICO GEMELLI AVVIA IL PROGETTO TRUSTROKE PER PREVENIRE LE FORME DI ICTUS NEI PAZIENTI GRAZIE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Un importante progetto è stato avviato dall’IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Agostino Gemelli di Roma per la gestione delle varie fasi dell’ictus nel paziente, prendendo in considerazione alcuni parametri e valori di riferimento, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Questo nuovo strumento sarà al servizio dei medici, dei neurologi, dei pazienti e dei familiari che se ne prendono cura in modo da controllare e gestire nel migliore dei modi le fasi successive all’ictus.
Si tratta in ogni caso di un progetto sicuramente ambizioso, e un ruolo nevralgico riveste l’intelligenza artificiale che- grazie ai suoi algoritmi- verrà sempre più adottata per prevedere con precisione le possibili evoluzioni della malattia in rapporto alle condizioni cliniche del paziente.
L’entrata in gioco dell’intelligenza artificiale potrebbe portare ad alcuni vantaggi come una maggiore rapidità nelle scelte da effettuare in presenza di casi simili o poter estrapolare informazioni, come l’evoluzione clinica del paziente; dopo che è decorso un certo lasso temporale.
Nel progetto Trustroke dobbiamo distinguere due ambiti: uno tecnico, con il compito di sviluppare gli algoritmi ed uno clinico, con il compito di raccogliere tutte le informazioni utili riguardo all’ictus svolte nelle varie strutture ospedaliere.
Per poter arrivare all’obiettivo finale ossia individuare con precisione il possibile andamento dell’ictus nel paziente, è necessario fornire agli algoritmi di intelligenza artificiale una serie di valori e dati in modo che questi ultimi posso capire come possa evolversi l’ictus, prendendo a campione un vasto numero di pazienti.
Potremmo dire, in definitiva, che nella prima fase è necessario “istruire” gli algoritmi e, solo in un secondo momento, sarà indispensabile verificare se la risposta fornita per quanto riguarda un miglioramento o un peggioramento delle condizioni cliniche del paziente, o la recidiva di un ictus- sia effettivamente affidabile o meno.
Bisogna sempre però ricordare che la macchina non potrà mai sostituirsi del tutto al professionista, perché sarà sempre quest’ultimo a svolgere un ruolo predominante e avvalersi delle nuove tecnologie per monitorare a distanza le condizioni cliniche del paziente e intervenire- in caso di necessità- modificando o cambiando la terapia in esecuzione.
Dott. Luigi Pinò
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