Alzheimer: cosa c’è da sapere e il nuovo progetto “Allena il cervello”

Alzheimer: cosa c’è da sapere e il nuovo progetto “Allena il cervello”

Il morbo di Alzheimer è una malattia che, lentamente, stravolge l’esistenza della persona colpita e di tutto il suo entourage familiare.
Si tratta di una patologia del cervello che distrugge i neuroni del sistema cerebrale ed arriva, con il tempo, ad interrompere le sinapsi, minando così i collegamenti tra i neuroni.
Il cervello, nella prima fase dell’insorgenza della problematica, reagisce cercando di attivare i neuroni superstiti che così faranno un doppio lavoro per sopperire alla mancanza di quelli danneggiati.
Tuttavia, man mano che la malattia progredisce i danni diventano sempre più irreversibili.
Questa patologia agisce in silenzio, per circa 15-20 anni, distruggendo i neuroni pian piano fino a quando quelli rimasti saranno così pochi da non riuscire più a compensare il mancato lavoro di quelli danneggiati e quindi la malattia inizierà a mostrare i primi sintomi, ma in realtà da quando compariranno i segnali sarà troppo tardi perché proprio allora il morbo di Alzheimer si troverà già in uno stato avanzato.
Proprio per cercare di arginare questa problematica che colpisce sempre più soggetti, occorrerebbe lavorare sulla prevenzione per individuare prima la malattia in modo da provare a rallentare la sua quasi inevitabile progressione.
Un protocollo ideato dal prof. Maffei in collaborazione con l’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, meglio noto come Train the Brain, si pone l’obiettivo di contrastare l’inizio della malattia tramite esercizi di intelligenza, di creatività e memoria.
Questo progetto “Train the Brain” – Allena il cervello – non è invasivo e soprattutto non prevede l’uso di farmaci perché basato sulla plasticità del cervello umano, sulla stimolazione della capacità dei circuiti neuronali e delle sinapsi di adattarsi agli stimoli e ai cambiamenti determinati dall’invecchiamento.
Il progetto prevede la stimolazione del cervello e una maggior circolazione del sangue per favorirne l’afflusso al cervello tramite l’esecuzione di attività fisiche, razionali e logiche.
Il cervello in ogni caso è un organo come tutti gli altri e quindi con l’avanzare dell’età è importante allenarlo per mantenere attiva la mente e rallentare così la perdita cognitiva.
L’Alzheimer è una patologia che colpisce solitamente persone con età superiore a 65 anni e i numeri dei soggetti sofferenti sono in continua progressione e anche se di fatto allo stato attuale non è possibile fermare la sua progressione, tuttavia possiamo augurarci di trovare nuovi modi per curare la malattia, per ritardare la sua insorgenza e per impedirle di svilupparsi.

 

Dott. Luigi Pinò


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