Diritto all’oblio nei pazienti oncologici: un nuovo progetto di legge

IL DIRITTO ALL’OBLIO NEI PAZIENTI ONCOLOGICI

Il diritto all’oblio in presenza di pazienti oncologici nasce dall’esigenza di permettere al cittadino guarito dal tumore di non essere costretto a fornire informazioni sullo stato della malattia di cui era stato affetto.
Difatti, specialmente in alcuni specifici settori, quali ad esempio, quello delle polizze assicurative o quello bancario per la concessione di mutui o di prestiti, l’iter prevede una serie di domande da sottoporre all’interessato che è tenuto anche a fornire i dettagli della patologia oncologica di cui è stato affetto.
Il Governo ora sta lavorando su un progetto di legge volto ad eliminare questa prassi. In tal modo si cerca di consentire ai soggetti guariti da un pregresso tumore di non avere delle limitazioni nell’erogazione di mutui, prestiti, finanziamenti o anche nell’ottenimento di polizze assicurative.
Le limitazioni coinvolgono anche altri campi come l’inserimento nel mondo del lavoro o le pratiche relative all’adozione dei figli.
Anche in dette ipotesi, sono richieste informazioni così dettagliate che pregiudicano il buon fine della procedura intrapresa.

Dunque, il diritto all’oblio rappresenta quel particolare diritto di una persona alla tutela della propria riservatezza, della propria identità personale e quindi del proprio onore o della propria reputazione.

Abbiamo già evidenziato che prevalentemente l’esigenza di iniziare a garantire il diritto all’oblio nasce per tutelare i soggetti oncologici.
Di fatto, ad oggi, è come se esistesse una sorta di discriminazione verso questa specifica categoria perché è radicato il convincimento secondo cui queste persone corrono un rischio molto più elevato di morire o di riammalarsi rispetto a tutte le altre.
Metaforicamente si potrebbe dire che l’etichetta di ex paziente oncologico inciderà sulle possibili occasioni future, anche se in realtà non dovrebbe essere proprio così perché, essendo oramai dichiarato guarito, dovrebbe godere delle stesse opportunità
concesse alle persone “sane”.
Ormai è chiaro che, rebus sic stantibus, è indispensabile che predomini una nuova consapevolezza: il malato oncologico, superato il periodo critico, è una persona come le altre e corre gli stessi e medesimi rischi delle altre.

In caso contrario, la diagnosi di tumore rappresenterebbe metaforicamente una doppia condanna: una concernente la malattia in sé e l’altra rappresentata dall’etichetta che permane sul soggetto colpito anche dopo la guarigione.
Alcuni Paesi europei come Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo hanno già predisposto una legge con il diritto all’oblio per il malato oncologico, noi dobbiamo solo adeguarci.

Dott. Luigi Pinò


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