Introdotta realtà virtuale per i bambini al pronto soccorso del Gemelli: aiuterà a ridurre le sensazioni di ansia o dolore durante le procedure
INTRODOTTA LA REALTA’ VIRTUALE USATA PER I BAMBINI AL PRONTO SOCCORSO DEL POLICLINICO GEMELLI PER RIDURRE LA SENSAZIONE DI ANSIA O DOLORE DURANTE LE PROCEDURE
Il Pronto Soccorso Pediatrico del Policlinico Gemelli di Roma ha intuito che in presenza di procedure terapeutiche particolarmente invasive un prezioso aiuto poteva essere fornito dalla realtà virtuale per limitare il dolore, l’ansia, il pianto o il rifiuto da parte del bambino.
Quest’idea di distrarre il piccolino da quello che il medico o l’infermiere sta facendo, immergendolo in una realtà virtuale, grazie ad un video-gioco o ad un simulatore, può aiutare a contenere l’ansia associata al trattamento oppure ad alzare la soglia del dolore.
Cosi facendo non è necessario tenere bloccati i bambini perché, attratti dalle storie interattive, riescono a sopportare meglio l’intervento del sanitario; i genitori, a loro volta, risultano essere più tranquilli e ne beneficiano pure sanitari o infermieri perché si trovano ad operare in un contesto sereno e tranquillo.
Con questa nuova metodologia di lavoro si registra anche un risparmio di tempo e risorse poiché diminuiscono i tempi di esecuzione del trattamento e di permanenza del minore nella struttura sanitaria così da permettere anche ad altri di poter essere seguiti.
La realtà virtuale è realizzata grazie ad un ambiente artificiale creato con immagini e suoni forniti da un computer, ma la novità principale sta nel fatto che il coinvolgimento del bambino in questa nuova dimensione lo porta a distaccarsi dalla realtà, da ciò che sta succedendo intorno a se stesso e quindi i professionisti possono eseguire procedure dolorose o invasive senza essere costretti a ricorrere all’uso di farmaci o sedativi per tranquillizzare il piccolino.
Visti i risultati positivi riscontrati al momento dall’adozione di questo visore per immergere il piccolino in una nuova realtà, si spera che anche altre strutture decidano di organizzare alcune sale ospedaliere per ricorrere a questa modalità in modo da non rendere traumatico per i bambini la permanenza in ospedale.