Neuro stimolatore midollare: Una giovane donna con lesione al midollo e paralisi alle gambe torna a camminare

DONNA CON UNA LESIONE AL MIDOLLO E PARALISI ALLE GAMBE TORNA A CAMMINARE TRAMITE IL NEURO STIMOLATORE MIDOLLARE

Una giovane donna in seguito ad un incidente sportivo, riportava alcuni danni molto gravi e in particolare–una lesione al midollo e una paralisi alle gambe- che avendo seriamente compromesso le funzioni motorie non le permettevano più di camminare.
Dopo circa 5 anni dal triste evento, un intervento molto innovativo è stato effettuato dai neurochirurghi dell’ospedale San Raffaele di Milano, che, grazie all’utilizzo di un neuro stimolatore midollare, sono riusciti a ripristinarle le funzioni motorie, a farle mantenere la posizione eretta e quindi la giovane donna è tornata a camminare seppur con il supporto di un deambulatore.
È il primo intervento di questo genere realizzato in Italia su una paziente con paralisi degli arti inferiori.
Cerchiamo di capire come funziona meglio il neuro stimolatore midollare e il ruolo svolto dai suoi componenti.
Questo strumento è composto da due differenti parti: un supporto biocompatibile- che non è rifiutato dal corpo umano- di 32 elettrodi e un generatore di impulsi, inserito sotto la pelle nell’anca, che riesce prima a mandare gli impulsi al midollo spinale, successivamente ai nervi e infine ai muscoli.
Si tratta di una sequenza di passaggi molto ben definita e strutturata, e grazie alla quale è possibile garantire l’azione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione.
È stato possibile raggiungere questo risultato grazie alla sinergica collaborazione di vari ambiti, ed in particolare di quello tecnologico e di quello della ricerca.

In virtù di questa proficua collaborazione si è raggiunto questo splendido, rivoluzionario ed innovativo risultato e si spera che questo nuovo intervento possa essere usato anche altre volte per fornire una nuova speranza ai pazienti che hanno subito una lesione midollare.
Lo step successivo dovrebbe comprendere lo studio di fattibilità dell’impiego del suddetto impianto anche nei casi di lesioni del midollo spinale in presenza di malattie neurodegenerative.
In questo modo si potrebbe offrire una nuova via di uscita ai pazienti affetti da malattie degenerative.

 

Dott. Luigi Pinò


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