Primo caso di suicidio medicalmente assistito in Italia

Primo caso di suicidio medicalmente assistito in Italia.

La sentenza n.242/2019 della Corte Costituzionale definisce i contorni del c.d. suicidio assistito.

Detta pronuncia ha segnato una svolta importante poiché ha fissato alcuni punti essenziali che devono ricorrere per poter adottare questa pratica come: la patologia irreversibile del soggetto interessato, le sofferenze fisiche e psicologiche divenute insopportabili, una piena consapevolezza e lucidità nell’assunzione di una simile decisione.

Tutti questi requisiti, comunque, devono essere verificati da una struttura pubblica di servizio nazionale, con il pieno appoggio del comitato etico dell’azienda sanitaria coinvolta.

Il comitato etico è, in generale, un organismo indipendente dalla struttura, formato da medici e psicologi, il cui compito è quello di garantire la tutela dei diritti dei pazienti.

Il suicidio assistito è ammesso in presenza di determinati requisiti ed è compito delle strutture sanitarie pubbliche verificare la sussistenza delle condizioni della persona interessata e le modalità per poterlo attuare.

La sentenza è innovativa poiché nella pratica di assistenza al suicidio viene rispettata la volontà del soggetto che ha deciso di morire in piena consapevolezza.

Il suicidio assistito è una pratica ben diversa dall’eutanasia perché nel primo caso il farmaco necessario che porta alla morte viene assunto liberamente dalla persona decisa a morire, mentre nel secondo caso l’interessato è soggetto passivo perché il farmaco viene somministrato dal medico (eutanasia attiva) o sarà il sanitario a sospendere le cure o spegnere i macchinari che tengono in vita il malato (eutanasia passiva).

L’Associazione Luca Coscioni in Italia è stata quella che si è battuta principalmente per far diventare legale questa pratica.

Il caso maggiormente noto all’opinione pubblica è quello del dj fabo – rimasto tetraplegico e cieco dopo un incidente stradale- che ha scelto la Svizzera per porre fine alle sue sofferenze tramite la pratica di suicidio assistito perché lì era consentito.

In Italia risale, a pochissimi giorni fa, il primo caso di persona che ha fatto ricorso all’aiuto medico assistito.

Un nuovo traguardo per il nostro paese.

 

 

Dott. Luigi Pinò


By Published On: Dicembre 27th, 2021Categories: Flash NewsTags:

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