Pronto soccorso in difficoltà in tutta Italia
Pronto soccorso in difficoltà in tutta Italia.
Il caso dei Pronto Soccorso senza medici è scoppiato in tutta Italia e sta coinvolgendo tantissime realtà dal nord al sud, tanto che si parla di emergenza in tutto il Paese.
La causa scatenante del problema risiede nel fatto che nel corso degli anni non vi è stato il giusto avvicendamento tra i sanitari in attività e le nuove leve, dovuto ad una mole di lavoro eccessiva rispetto alla sicurezza nel posto di lavoro, ad una minore retribuzione salariale e ad una minore gratificazione personale.
Già la situazione appariva alquanto critica prima dell’inizio della pandemia, ma naturalmente con la propagazione della stessa e l’adozione delle varie misure per contenere l’espansione del virus, la situazione è sensibilmente peggiorata anche in relazione all’aumento significativo degli accessi in pronto soccorso.
È oramai evidente che il personale medico-sanitario non riesce ad assicurare una giusta assistenza a tutti.
Ha peggiorato questo scenario la mancata riorganizzazione dell’intera filiera sanitaria poiché, per qualsiasi problema di salute il cittadino si reca sempre in ospedale, omettendo di rivolgersi al medico curante o alle strutture polispecialistiche presenti nel territorio.
Una voce di protesta, ad esempio, si è alzata presso l’ospedale Cardarelli di Napoli da parte dei medici del reparto di medicina d’urgenza per denunciare l’eccessivo numero di accessi al pronto soccorso nell’ultimo periodo tanto da non riuscire più a garantire l’assistenza, nel minor tempo possibile, a coloro che ne hanno bisogno.
Anche qualitativamente i sanitari denunciano di non riuscire più a lavorare serenamente perché a causa dei continui accessi ospedalieri, nascono momenti di tensione che, alcune volte, portano a vere e proprie aggressioni fisiche.
I medici del Cardarelli hanno minacciato le dimissioni di massa per porre l’attenzione su un argomento estremamente delicato, che, se ancora sottovalutato, rischia di arrivare al suo apice con la possibilità concreta che i Pronto Soccorso si trovino senza personale.
Un’altra denuncia segnalata dal personale medico sanitario del Cardarelli di Napoli, è rappresentata dalle barelle poste così vicine le une alle altre con grosse difficoltà per i medici nel fornire assistenza agli ammalati.
Questa situazione non lede solo la dignità dei pazienti, ma anche quella dei sanitari perché lavorano in condizioni disagiate e critiche.
Più o meno lo stesso scenario si ritrova anche a Bologna, dove i malati devono attendere tante ore prima di poter essere visitati per la carenza dei medici che lavorano nel pronto soccorso o nei reparti di urgenza e per il significativo numero di accesso dei cittadini in pronto soccorso.
Un caso eclatante, addirittura, si è verificato nel Veneto dove per sostituire un medico -a poche ore dall’inizio del turno di notte-si è ricorso ad una chat di telegram per trovare un sostituto.
Tutti questi esempi portano ad una lunga riflessione in cui emerge sicuramente una carenza del personale nel pronto soccorso poiché le nuove leve preferiscono altri ambiti della medicina rispetto al reparto d’urgenza per svariati motivi alcuni dei quali, ad esempio, l’eccessiva mole di lavoro con cui devono rapportarsi quotidianamente, la non soddisfacente retribuzione economica rispetto alla responsabilità cui si è chiamati.
Una soluzione potrebbe essere rappresentata da una maggiore collaborazione tra le varie comunità presenti in territorio e i professionisti adibiti per cercare di diminuire la pressione sui Pronto Soccorso, di evitare tensioni e accesi dibattiti tra coloro che sono in attesa delle cure e gli operatori sanitari, in modo da creare un ambiente di lavoro più sereno, meno ostile.
Dott. Luigi Pinò