Pronto Soccorso – Situazione insostenibile per i ripetuti episodi di violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari

Pronto Soccorso  – Situazione insostenibile per i ripetuti episodi di violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari

Il tema della violenza nei pronto soccorso oramai è un problema nazionale avvertito anche dai sindacati chiamati a fissare un incontro con il governo per approfondire la questione.

Da più parti oramai si avverte l’esigenza di incrementare la sicurezza nei nosocomi tramite l’impiego di una presenza costante del personale addetto pronto ad arginare sin da subito tutte quelle discussioni accese che possano sfociare in aggressioni fisiche/verbali.

In tutti gli ospedali, da nord a sud, la situazione è oramai diventata assolutamente critica ed è fuori controllo.

Presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, ad esempio, dietro le porte di accesso ai reparti è stata affissa una locandina tradotta in svariate lingue, ove si chiede agli utenti di astenersi da qualsiasi forma di violenza.

Il messaggio recita:” occorre aggredire la malattia, non il medico”.

Per prevenire e provare ad arginare il problema della violenza verso i medici si sta pensando di aumentare la presenza delle forze dell’ordine nei vari pronto soccorso in modo da fungere da deterrente per coloro che siano intenzionati a ricorrere a forme di violenza.

Del resto, è evidente che l’impennata di questi episodi mettono a rischio non solo la sicurezza del professionista sul posto di lavoro, ma ledono anche il diritto alla salute del malato, tutelato e garantito dalla nostra Costituzione all’art. 32.

Il professionista sanitario, e in generale l’operatore socio-sanitario, che si prende cura della salute dei cittadini deve essere protetto e quindi le Istituzioni o le Aziende Sanitarie devono arginare e limitare il più possibile qualsiasi forma di attacco fisico o verbale.

Per contrastare il fenomeno delle violenze e delle aggressioni negli ospedali si potrebbe pensare a decongestionare il pronto soccorso ossia avviare un processo di deospedalizzazione in modo da gestire solamente le vere urgenze e affidare alla sanità territoriale i casi meno gravi.

Agendo in questo modo si determinerebbe una minor pressione sugli ospedali, la sanità territoriale acquisirebbe un ruolo centrale permettendo ai pronto soccorso di essere più efficienti.

Per cercare di risolvere il problema della violenza contro gli operatori sanitari si potrebbe inoltre pensare ad assumere un numero maggiore di medici nei pronto soccorso o negli ospedali per ridurre le lunghe attese dei cittadini e si potrebbe pensare anche ad investire nella formazione di operatori in grado di riconoscere e gestire le situazioni più problematiche.

Infine, ma non per ultimo, sarebbe auspicabile che aumentasse la fiducia e la stima dei cittadini nei confronti del lavoro che quotidianamente svolgono i professionisti sanitari per tutelare la salute nella nostra comunità.

 

Dott. Luigi Pinò


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