Responsabilità medica: è necessario dimostrare il nesso di causa tra danno e condotta del sanitario
Responsabilità medica: è necessario dimostrare il nesso di causa tra danno e condotta del sanitario
Nel caso odierno ci occuperemo della pronuncia resa a favore di un paziente che ha citato in giudizio la struttura sanitaria ove aveva effettuato un intervento chirurgico per la rimozione di un aneurisma all’aorta addominale.
In sostanza, l’uomo aveva riportato una fibrosi massiva aderenziale con annessa occlusione intestinale ed era stato costretto a subire la rimozione di una parte dell’intestino.
Il Tribunale, in primo grado, aveva accolto la domanda dell’attore riconoscendo un risarcimento del danno per un importo pari ad € 700.000.
Nel giudizio di primo grado era emerso che:
1. il medico aveva omesso di informare compiutamente il paziente; in tal modo, quest’ultimo non era stato posto nella condizione di poter scegliere a quale tecnica chirurgica sottoporsi per la rimozione dell’aneurisma dell’aorta addominale;
2. era stata praticata una modalità operatoria considerata obsoleta;
3. le lesioni lamentate dal paziente anche se rare e imprevedibili, secondo il giudice di prime cure, erano dovute alla scelta errata dell’intervento chirurgico praticato.
Veniva promosso l’appello dalla struttura sanitaria ritenuta responsabile dei danni lamentati dall’attore.
In sede di appello, veniva confermato che il medico aveva sbagliato a praticare una tecnica obsoleta senza fornire le adeguate informazioni al paziente.
Il Collegio della Corte di Appello rilevava pure che la rimozione dell’aneurisma dell’aorta addominale era avvenuta senza errori e, dunque, le complicanze venivano ricondotte a cause naturali ed imprevedibili.
L’Ospedale allora promuoveva ricorso in Cassazione perché riteneva che la Corte di Appello avesse commesso un errore nel condannare la struttura senza aver rilevato una effettiva condotta colposa del medico.
Infine, gli Ermellini hanno dato ragione alla struttura sanitaria ed hanno cassato la sentenza, onerando la Corte di Appello di accertare giudizialmente l’esistenza del nesso di casualità fra l’omessa informazione e le complicanze post-operatorie applicando un giudizio controfattuale.
La Corte di Appello dovrà, dunque, accertare quale scelta avrebbe compiuto il paziente se fosse stato debitamente informato circa la possibilità di ricorrere a due diversi interventi chirurgici.
Dott. Luigi Pinò