Tumore alla vescica: in Italia introdotto un nuovo test per la diagnosi precoce

Tumore alla vescica: in Italia introdotto un nuovo test per la diagnosi precoce

È stato rilevato che il tumore alla vescica ha ormai un’incidenza particolarmente elevata.
In Italia e, in particolare, presso l’Ospedale San Carlo Nancy di Roma, è stato introdotto un test delle urine innovativo per formulare una diagnosi ancora più precoce e tempestiva.

Cerchiamo di capire le differenze tra il tradizionale test usato e la nuova tecnica mettendo in luce pro e contro di entrambe le modalità.

Il metodo tradizionale è rappresentato dalla citologia urinaria, un esame di laboratorio condotto su un campione di urine in momenti differenti e il referto prodotto dallo specialista è in grado di indicare la presenza o meno del tumore.
L’obiettivo dell’esame è quello di segnalare la presenza di cellule anomale all’interno delle urine qualora si sia in presenza di tumori vescicali.
La nuova tecnica- che è stata introdotta all’ospedale San Carlo di Nancy- non è altro che un esame su un campione dell’urina per vedere se sia presente in particolare la proteina MCM5, una proteina specifica prodotta esclusivamente dalle cellule tumorali.
Secondo quanto affermato dal prof. Bove, responsabile del reparto di urologia dell’ospedale di Nancy,

questo nuovo metodo ha una incidenza molto elevata con una bassa percentuale di falsi negativi, perché riesce a diagnosticare la presenza del tumore e lo stadio in cui si trova.

È molto utile perché si riesce a monitorare costantemente la possibilità di una recidiva nelle persone affette da tale patologia e occorre meno tempo per giungere alla corretta diagnosi.

La tecnica tradizionale presenta alcuni limiti come la sensibilità/veridicità del test nelle forme meno aggressive o l’arco temporale per arrivare a formulare una diagnosi; mentre il nuovo metodo ha una maggiore precisione e validità, ma soprattutto ha una scarsa percentuale di falsi negativi.

 

Dott. Luigi Pinò


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