Bimba muore per un’encefalite fulminante all’ospedale di Lecce

BIMBA MUORE PER UNA ENCEFALITE FULMINANTE ALL’OSPEDALE DI LECCE

Un nuovo caso di malasanità si è registrato all’ospedale di Gallipoli, in provincia di Lecce, dove una bimba di 2 anni è morta per una encefalite fulminante probabilmente in conseguenza di un virus intestinale.
I familiari, in seguito all’accaduto, presentavano una denuncia volta a valutare se il decesso della bambina fosse ascrivibile ai medici che l’avevano avuto in cura.
Secondo i genitori della bambina ai sanitari potevano essere imputate due responsabilità:

 

  •  quella di non aver individuato la corretta causa della patologia di cui soffriva la
    piccolina;
  •  quella di aver temporeggiato a lungo prima di procedere con la visita della bambina,
    perdendo così tempo prezioso.

 

Ripercorriamo i fatti.

Dopo essere giunta al pronto soccorso di Gallipoli con febbre alta, la bambina veniva trasferita nel reparto di pediatria dove, dopo aver atteso a lungo l’assistenza dei sanitari e su insistenza dei familiari, veniva visitata e trasferita in un’altra struttura a Lecce in codice verde poiché si riteneva fosse affetta da una semplice influenza.

Appena giunta nell’altro ospedale, in seguito anche alla presenza di difficoltà respiratorie, veniva immediatamente intubata, sottoposta ad una Tac e poi ad ulteriori esami.
Purtroppo dalla tac si evinceva la presenza dell’encefalite fulminante, che i medici di Gallipoli non erano riusciti a diagnosticare perché i sintomi della paziente potevano indurre a ritenere che si trattasse di una semplice influenza.
Bisogna sicuramente ricordare che l’encefalite o l’infiammazione del cervello viene causata da un virus e purtroppo i sintomi possono far pensare ad un banale virus influenzale.
In generale, possono presentarsi dei casi con infezioni lievi che tramite le cure riescono a guarire in poche settimane senza lasciare postumi nei soggetti che hanno contratto il virus; mentre nei casi più gravi la situazione può degenerare fino ad arrivare all’arresto respiratorio, al coma e infine al decesso.

In virtù di quanto sopraesposto, possiamo affermare che la corretta formulazione della diagnosi, la tempestività nel fornire assistenza e la programmazione di un piano terapeutico ad hoc possono risultare gli unici strumenti per scongiurare la morte del paziente.

 

Dott. Luigi Pinò


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