Cataratta – Risvolti di un intervento non andato a buon fine

Oggi vogliamo raccontare la vicenda di un nostro cliente che si è affidato al nostro studio per ottenere il risarcimento del danno subito in seguito ad un intervento chirurgico di cataratta contraddistinto da grave errore medico.

Si tratta di un uomo, poco più che cinquantenne, padre di due bambine e pediatra che ha sempre svolto la propria professione con particolare interesse, estrema professionalità e massima precisione; ottenendo grandissimi riconoscimenti e attestati di stima. Egli era cieco dall’occhio sinistro e aveva sempre riposto massima attenzione alla salute dell’altro occhio proprio per scongiurare il peggio.

Tuttavia, la vita del dottore cambia quando, in seguito ad un intervento di cataratta all’occhio destro, perde quasi completamente l’uso della vista rimanendo conseguentemente quasi del tutto cieco.

Il professionista si era rivolto ad un collega che godeva di grande fama nel territorio nazionale ma ciò non è bastato.

Dall’attenta lettura della cartella clinica di riferimento si evince chiaramente che, ad effettuare l’operazione in questione, alla fine, era stato un giovane dottore diverso da quello prescelto, contravvenendo agli accordi presi con il paziente. Le mani inesperte non sono state in grado di gestire una complicanza insorta durante l’intervento chirurgico, creando un danno biologico permanente.

Da allora, il nostro cliente è stato costretto a rivoluzionare totalmente la propria vita e quella dei suoi prossimi congiunti che si alternano per non lasciarlo mai solo. Ha riportato un danno biologico e un danno anche patrimoniale, considerata l’enorme difficoltà a svolgere la propria professione. Tutta la sua vita è stata profondamente segnata da questo evento che  non gli consente più di condurre un’esistenza normale e di svolgere gran parte delle attività che faceva con grande interesse prima dell’intervento. Ad esempio, non riesce più a dedicarsi alla lettura ed anche leggere gli spartiti musicali per poter suonare è diventato impossibile per lui. Anche l’aspetto relazionale e sociale, ovviamente, è stato fortemente condizionato.

Ad ogni modo, ciò che ha attirato maggiormente la nostra attenzione è stato il dolore che provava il nostro cliente, padre di due bambine, nel non poter più svolgere qualsivoglia attività con le proprie figlie. In occasione del nostro primo incontro, infatti, il nostro assistito ci ha confidato la grande difficoltà che stava attraversando nel cercare di creare un rapporto genitoriale con modalità diverse rispetto al passato. Lamentava il fatto di non poter più né giocare con loro, né aiutarle a fare i compiti, né uscire con loro; insomma d’un tratto quel padre e quelle bambine hanno dovuto stravolgere anche il loro rapporto.

Ci siamo messi nei panni del nostro assistito e abbiamo cercato di rappresentare al giudice anche questa situazione che, se da un lato può apparire di scarso rilievo giuridico, dall’altro, rappresenta pur sempre un risvolto importante, sotto il profilo umano.

 

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