Si sottopone ad intervento per non avere figli ma rimane incinta: condannata ASL al mantenimento

UNA DONNA RIMANE IN GRAVIDANZA, NONOSTANTE L’INTERVENTO EFFETTUATO PER NON AVERE PIU’ FIGLI, E L’ASL VIENE CONDANNATA AL MANTENIMENTO DELLA BIMBA

Un nuovo caso di malasanità si è verificato nell’Asl Toscana Sud Est dove una donna, nonostante si fosse sottoposta in passato ad un intervento chirurgico volto alla chiusura delle tube – per evitare ulteriori gravidanze – dopo circa 2 anni è rimasta incinta.
Uno dei motivi che aveva spinto la giovane donna a ricorrere alla cosiddetta sterilizzazione tubarica o alla contraccezione chirurgica era legata alla impossibilità economica di far fronte alle esigenze di una nuova creatura.

La donna e il compagno citavano l’Asl in giudizio per ottenere il risarcimento del danno derivante da un inefficiente intervento di legatura delle tube, la cui conseguenza era stata una nuova gravidanza “indesiderata” per la donna.

Bisogna ricordare che la responsabilità dell’Asl nei confronti della signora è di natura contrattuale in virtù del contratto di spedalità; mentre l’azione del compagno può essere fatta valere ai sensi dell’art 2043 c.c.
L’art. 2043 del codice civile fa riferimento al risarcimento per fatto illecito e così recita:” Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
La signora ha portato a termine la gravidanza perché la scelta eventuale di praticare l’aborto è strettamente personale e non può essere in alcun modo imposta.

Il Tribunale di Arezzo condannava l’Asl a risarcire la giovane coppia e, in particolare, seguendo che ciò era stato stabilito in altri casi di  gravidanza causata da un intervento di sterilizzazione inefficace, riconosceva un risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali perché la condotta dei sanitari aveva leso il diritto di autodeterminazione dei due attori principali.

L’Azienda Toscana Sud Est è stata condannata al mantenimento della minore ed infatti dovrà versare 450 € mensili per 25 anni, per un totale di 135.000 €.
La consulenza peritale ha dimostrato il nesso di casualità tra la gravidanza indesiderata e l’intervento inefficace eseguito in ospedale.
È emerso altresì che la tecnica usata sarebbe stata obsoleta e insicura.
L’Azienda Sanitaria Sud Est sta valutando se promuovere appello verso la sentenza che la vede totalmente soccombente.

Dott. Luigi Pinò


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